Finanziamento del terrorismo: il Ministero pubblico della Confederazione promuove l’accusa contro due persone

Berna, 25.01.2024 - Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha promosso l’accusa presso il Tribunale penale federale contro una cittadina svizzero-spagnola di 59 anni e un cittadino svizzero di 69 anni. Il MPC contesta ai due imputati di aver sostenuto finanziariamente l’organizzazione terroristica vietata Stato Islamico (ISIS) inviando al figlio, che combatteva in Siria per l’ISIS, e ad altri membri dell’ISIS in Siria un totale di oltre 50 000 franchi svizzeri.

Contesto: procedimento del MPC contro un cittadino svizzero di 29 anni  

I due imputati sono i genitori di un cittadino svizzero di 29 anni, contro il quale il MPC conduce dal 2015 un procedimento penale per sospetto di sostegno risp. partecipazione a un'organizzazione criminale (art. 260ter del codice penale) e per violazione dell'art.  2 della legge federale che vieta i gruppi «Al-Qaïda» e «Stato islamico» nonché le organizzazioni associate. Nell'ambito di questo procedimento penale, l'imputato 29enne è sospettato di essersi recato nel 2015 dalla Svizzera in Siria e essersi lì unito all'ISIS come combattente. Dal 2019 è sotto la custodia dei curdi in Siria. Poiché il procedimento contro l'imputato non è ancora concluso, vale la presunzione di innocenza. Il MPC non fornisce attualmente ulteriori dichiarazioni in merito a questo procedimento.

La presente accusa: procedimento del MPC contro una cittadina svizzero-spagnola di 59 anni e di un cittadino svizzero di 69 anni    

Il MPC accusa i due imputati residenti nel Cantone di Ginevra di violazione dell'art. 2 della legge federale che vieta i gruppi «Al-Qaïda» e «Stato islamico» nonché le organizzazioni associate. Il relativo procedimento penale è stato aperto dal MPC nel 2019. I due imputati sono accusati di aver inviato al figlio e ad altri membri dell'ISIS in Siria un totale di oltre 50 000 franchi svizzeri nel periodo dal settembre 2016 al maggio 2019.

I due imputati e il figlio erano in contatto regolare dal luglio 2015. Secondo l'accusa del MPC, sapevano che il figlio stava combattendo in Siria per l'ISIS. Erano altresì a conoscenza del fatto che aveva bisogno di pochi soldi per mantenersi. Il MPC accusa quindi gli imputati di aver contribuito, con le ingenti somme trasferite, a consentire a loro figlio e ad altri membri dell'ISIS di coprire le loro spese correnti, permettendo loro di continuare ad essere attivi per l'ISIS nella zona di conflitto. Vista l'ingente somma trasferita (oltre CHF 50 000), avrebbero altresì partecipato al finanziamento delle attività dello Stato Islamico.

Da questo momento la competenza di fornire ulteriori informazioni ai media passa al Tribunale penale federale di Bellinzona. Come di consueto il MPC rende note le querele in sede di dibattimento dinanzi al Tribunale penale federale. Fino al passaggio in giudicato della sentenza vale la presunzione di innocenza.                                    


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