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Comunicato stampaPubblicato il 22 agosto 2025

Banque J. Safra Sarasin SA e una sua ex gestrice patrimoniale condannate con decreto d’accusa

Berna, 22.08.2025 — Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha condannato con decreto d’accusa Banque J. Safra Sarasin SA (di seguito: Banque Safra) a una multa di CHF 3,5 milioni per non aver adottato tutte le misure organizzative ragionevoli e necessarie per impedire la commissione o il tentativo di atti di riciclaggio di denaro aggravato tra novembre 2011 e maggio 2014 per un importo totale di circa USD 71 milioni. Banque Safra ha altresì pagato un importo transazionale di CHF 16 milioni a Petrobras, accusatrice privata nel presente procedimento, motivo per cui il MPC non ha ordinato un risarcimento. Il MPC ha altresì condannato un’ex impiegata di Banque Safra a una pena detentiva di sei mesi interamente sospesi, per atti di riciclaggio di denaro aggravato commessi tra novembre 2011 e luglio 2014, mentre lavorava presso un altro istituto bancario svizzero, per un importo totale di USD 29,2 milioni.

La presente condanna si inserisce nel contesto del caso di corruzione internazionale noto con il nome di «Lava Jato», che ha coinvolto la società petrolifera statale brasiliana Petrobras, accusatrice privata nel presente procedimento. In questo contesto il MPC ha aperto, nel novembre 2018, un’inchiesta penale nei confronti di Banque Safra, una delle sue ex gestrici patrimoniali e Ignoti per sospetta complicità in corruzione di pubblici ufficiali stranieri (art. 25 CP in comb. disp. con l’art. 322septies CP) e riciclaggio di denaro aggravato (art. 305bis n. 1 e 2 CP) in relazione all’articolo 102 capoverso 2 CP. Nel luglio 2019 l’inchiesta è stata estesa a un terzo imputato, impiegato di Banque Safra, per gli stessi capi di accusa.

Con decreto d’accusa del 22 agosto 2025, Banque Safra è stata riconosciuta colpevole di violazione dell’articolo 102 capoverso 2 CP in relazione al reato di riciclaggio di denaro aggravato (art. 305bis n. 1 e 2 CP) e condannata a una multa di CHF 3,5 milioni. Questo importo tiene conto del tempo trascorso dalla commissione del reato nonché delle diverse misure correttive adottate dalla banca, anche sul piano organizzativo, in seguito allo scoppio del caso Petrobras. Il MPC ha altresì riconosciuto un’ex gestrice patrimoniale colpevole di riciclaggio di denaro aggravato (art. 305bis n. 1 e 2 CP). Quest’ultima è stata condannata a una pena detentiva di sei mesi interamente sospesi con un periodo di prova di due anni. Questa pena tiene in particolare conto del tempo trascorso dalla commissione del reato nonché della sua situazione personale.

Origine criminale dei fondi

L’inchiesta ha permesso di stabilire che una parte della clientela dell’ex gestrice patrimoniale, acquisita in particolare quando lavorava presso Banque Safra, è stata coinvolta nel caso «Lava Jato». In questo contesto varie relazioni bancarie sono state aperte presso Banque Safra in Svizzera e sono state utilizzate per ricevere o far transitare pagamenti corruttivi di una decina di società attive nel settore del petrolio e della costruzione. Questi pagamenti erano destinati a quadri di alto livello della società statale Petrobras, anch’essi clienti di Banque Safra, in particolare per favorire gli interessi delle società nell’ambito dell’aggiudicazione, della negoziazione e/o del proseguimento di contratti conclusi con Petrobras e / o le sue filiali. Alcuni di questi clienti hanno seguito l’ex gestrice presso il nuovo datore di lavoro a seguito della sua partenza da Banque Safra nel 2011.

Responsabilità penale dell’impresa

Dall’inchiesta sono emerse numerose irregolarità all’interno di Banque Safra. La carente organizzazione della banca ha permesso la commissione del reato di riciclaggio di denaro aggravato sotto forma di trasferimenti per un totale di circa USD 42,5 milioni. A questo importo si aggiungono i trasferimenti per un importo totale di USD 28,5 milioni, eseguiti dalla banca ma rifiutati da banche destinatarie. Queste irregolarità hanno minato l’integrità della piazza finanziaria svizzera. Banque Safra è stata pertanto riconosciuta colpevole di violazione dell’articolo 102 capoverso 2 CP in relazione al reato di riciclaggio di denaro aggravato commesso al suo interno.

Tenuto conto del pagamento dell’importo transazionale di CHF 16 milioni versato da Banque Safra a Petrobras, il MPC non ordina un risarcimento, precisando che la maggior parte dei fondi oggetto dei trasferimenti eseguiti presso Banque Safra è stata bloccata dalle autorità penali e rimpatriata in Brasile.

Responsabilità della gestrice patrimoniale

Nell’ambito della sua attività professionale esercitata presso un altro istituto bancario svizzero, l’ex gestrice patrimoniale ha commesso, tra il 15 novembre 2011 e il 30 luglio 2014, atti volti a ostacolare l’identificazione e la confisca di valori patrimoniali derivanti dal reato di corruzione di pubblici ufficiali stranieri (art. 322septies CP). Le sue condotte sono durate più di tre anni e hanno interessato oltre USD 29,2 milioni. L’imputata è stata quindi riconosciuta colpevole di riciclaggio di denaro aggravato secondo l’articolo 305bis n. 1 e 2 CP.

Abbandono

Poiché l’inchiesta non ha permesso di stabilire che l’ex gestrice patrimoniale e Banque Safra abbiano intenzionalmente contribuito all’esecuzione dei pagamenti corruttivi oggetto d’indagine, il procedimento penale nei loro confronti per sospetta complicità in corruzione di pubblici ufficiali stranieri (art. 25 e 322septies CP in comb. disp. con l’art. 102 cpv. 2 CP) è stato abbandonato (art. 319 cpv. 1 lett. b CPP). Il MPC ha abbandonato anche il procedimento condotto per sospetta complicità in corruzione di pubblici ufficiali stranieri (art. 25 e 322septies CP) e riciclaggio di denaro aggravato (art. 305bis n. 1 e 2 CP) nei confronti del terzo imputato.

Procedure di dissigillamento

L’istruzione del procedimento è stata notevolmente complicata e ritardata dalle procedure di dissigillamento condotte in parallelo dal competente Tribunale dei provvedimenti coercitivi. In particolare, il MPC ha avuto accesso al contenuto delle caselle di posta elettronica dei due imputati (persone fisiche) nel novembre e nel dicembre 2024, ossia cinque anni e mezzo dopo la perquisizione e la presentazione della domanda di dissigillamento.

Crescita in giudicato

Le parti hanno dichiarato di rinunciare a presentare opposizione contro il decreto penale e di abbandono. Il decreto è quindi cresciuto in giudicato e può essere consultato o richiesto in forma anonima, alle consuete condizioni, presso il Servizio giuridico del MPC (rechtsdienst@ba.admin.ch).

Testo originale del comunicato stampa in francese.